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Ehi sorella!

Ehi sorella, rispondi a questa domanda: cos’è che ti lega agli altri esseri umani? Non quelli che conosci, non i tuoi amici o famigliari, con i quali si presume tu abbia un rapporto di affetto o d’amore o robe del genere. Intendo quelli che incroci quotidianamente, al lavoro, a scuola, per strada, nei locali, con cui non scambi neppure una parola, quelli che non hai mai visto e che mai più rivedrai. Ti chiedo questo sorella perché io penso di averla una risposta, che non mi piace affatto. Perché la risposta è: nulla. Pensaci un attimo sorella, cerca di guardare dentro te stessa e dimmi: quel tizio fermo al semaforo a bordo della sua macchina oppure la tizia che parla al telefono mentre esce dalla porta di casa, ne avrai visti a migliaia, secondo te, a che cazzo pensano? Di che cosa parlano? Quali sono i loro sogni? Quali sono le loro preoccupazioni? Non ne hai idea vero? Anzi, non riesci neanche ad immaginarlo. È così, no? Mi dirai, saranno poi affari loro. E qui sta il punto sorella. Non sono solo affari loro. Come pure i tuoi problemi o le tue gioie, non riguardano solo te. Non sto dicendo cose strane sorella perché vedi, se ci pensi un attimo, l’individualismo, cioè quella invenzione maledetta del novecento che ti fa credere di essere la cosa più importante di questo universo, mica esisteva prima. Fino a quando, a partire degli anni ’60, il capitalismo made in USA non ha cominciato a distruggere prima e rimodellare poi le nostre coscienze, l’uomo, di qualsiasi estrazione sociale fosse, viveva la sua vita COLLETTIVAMENTE. Era il collettivo a prevalere sull’individuo, era il noi a prevalere sull’io, sorella. La coscienza di classe, i legami della famiglia allargata, i rituali religiosi, i condomini a ringhiera dei quartieri operai nelle grandi città del nord o i rapporti di mutuo soccorso degli abitanti delle campagne. Tutto questo esisteva, fino a quando la grande sbornia consumistica non ha distrutto tutto. Tu mi dirai, sorella, che la libertà di farti i cazzi tuoi che hai ora, se vivevi in un villaggio di montagna a contatto sempre con le stesse persone, te la scordavi.  Sì è vero, ora puoi fare quel cazzo che ti pare, la “casa delle libertà” o il “popolo della libertà”, l’hanno chiamato questo paese. A determinate condizioni però. Se hai i soldi. Se hai la salute. Se hai il tempo. Se, se, se, se. E se tutte queste cose non ce le hai? O le perdi? Sono cazzi solo tuoi sorella, non ci sarà nessuno ad allungarti una mano. E sai perché? Per la ragione della domanda iniziale: perché la libertà che ci ha regalato il capitalismo ha spezzato tutti i legami esistenti tra gli esseri umani e gli ha sostituiti con il nulla. E se nulla ti lega agli altri esseri umani, nessun essere umano sarà disposto a venire in tuo soccorso quando hai bisogno. Concludo sorella, con un correzione ed una spiegazione. Non è vero che il capitalismo made in USA ha distrutto tutti i legami tra gli esseri umani senza sostituirli con qualcosa. Un legame è rimasto ed è stato potenziato al massimo: l’interesse economico. Ed è proprio per l’incontrastato dominio di questo legame che mi rivolgo a te sorella. Perché solo tu sorella, in questo momento storico, conosci intimamente un legame diverso, che non ha niente a che vedere con l’interesse economico. Il legame con la creazione della tua maternità. Tuo figlio sorella. Solo tu sorella sai cosa vuol dire amare e sacrificarsi in modo del tutto disinteressato. E allora ti chiedo, sorella, di aiutare i fratelli a capire. Che l’uomo non è quello che la macchina infernale del capitalismo ha manipolato, è un essere propenso naturalmente all’aiuto disinteressato degli altri esseri. Non è un individuo, è un COLLETTIVO con tutti gli altri esseri.

Pace

1 commento su “Ehi sorella!”

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