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Essere o Non Essere Tav? Questo è il dilemma di tanti, ma non dell’Anpi.

Gentile Associazione Nazionale Partigiani d’Italia,

vi scriviamo in merito ad un vostro articolo pubblicato sul vostro sito: “L’Anpi non è No Tav”.
Più che un articolo, forse è un editoriale, ma la sostanza non cambia: è stato scritto da voi, ovvero dall’Anpi, dove citate il vostro presidente Carlo Smuraglia, ovvero il presidente dell’Anpi, come fonte delle parole e dei concetti che spiegano la vostra posizione, ovvero quella dell’Anpi, sulla questione No Tav.
Generalmente si dice che chi ben inizia è già a metà dell’opera, quindi noi ci limitiamo a riportare oltre al titolo, le prime sei righe (di 88 totali dell’articolo):
L’Anpi non è “no Tav”
“ANPI e la Tav: nessuno pensi di tirarci per la giacchetta, non spetta alla nostra Associazione prendere posizione o esprimere giudizi di merito sull’opera. Raccomandare il dialogo e condannare la violenza, questo è il nostro compito. Il nostro dovere.”
Questo in sintesi la posizione dell’Anpi espressa dal presidente nazionale, Carlo Smuraglia. …
Nonostante il dubbio iniziale abbiamo continuato a leggere e ci è sembrato di capire che tutto l’articolo non fa che spiegare meglio il concetto iniziale, confermare, appunto, la sintesi: non spetta all’Anpi prendere posizioni o esprimere giudizi di merito sull’opera.
Ma a chi spetta prendere posizioni in merito?
Gramsci nel 1917 scrive “Indifferenti Mai”: “Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano”.
Quindi, se non abbiamo capito male, è dovere di ogni cittadino, ovvero è dovere di ognuno di noi prendere posizione e, se si è in una condizione di ignoranza, è nostro diritto e dovere informarci. O no?
Tornando a noi, cioè a voi, cara Anpi, ci saremmo aspettati una presa di posizione, un atto partigiano, o nel caso di ignoranza, una bella comunicazione che per ora non prendete posizione, ma che vi informerete per ovviare a questa lacuna.
Mai e poi mai avremmo immaginato che l’Associazione e il Presidente di tutti coloro che si dichiarano partigiani potessero scrivere che non è loro compito prendere posizione.
Ma che senso ha dichiararsi partigiano affermando che la propria natura è non prendere parte?
Non è un ossimoro?
Ma allora chi sono quelli che ogni giorno prendono parte nonostante tutto? SuperPartigiani?
E chi sono quelli che hanno dato la vita per difendere il diritto di essere liberi di prendere parte?
MasterPartigiani?
Un “partigiano non partigiano” che partigiano è?
I “partigiani non partigiani” sono partigiani?
E i “partigiani non partigiani” consapevoli che intenzionalmente non parteggiano, chi sono?
Chissà, magari questa volta, l’Anpi torna a prendere parte come quando nacque, il 6 Giugno 1944.
Dopo 70 anni, sarebbe un gran bel regalo a tutti quelli che non hanno mai smesso di essere partigiani e il modo più coerente per ricordare quelli che hanno Resistito, anche con la vita, per preservarci il diritto e il dovere di essere partigiani.
L’Anpi merita i suoi Partigiani.
E viceversa.
O no?
Pace
PS: Non ci siamo dimenticati. Stasera, a Torino, voi, cioè l’Anpi, avete organizzato l’incontro “Abbiamo sconfitto il terrorismo ma non la mafia” . Cinque punti come sottotitolo, tra cui il quarto: “Il terrorismo può radicarsi nel movimento contro la Tav?”. Il santo dubbio sorge spontaneo: si cita il pericolo terrorismo (nel titolo definito sconfitto) nei No Tav e in tutti gli altri punti, contro le due sole volte del pericolo mafia, (nel titolo definita ancora da sconfiggere) e delle infiltrazione nel Territorio, nello Stato e nelle sue opere, tra cui la Tav (non solo in Val di Susa, ma in tutta Italia, vedi).
Facciamo fatica a pensare che sia un evento che aiuti il popolo a prendere parte. Il rischio da noi percepito è che l’incontro sia solo di parte. O forse è molto meno grave. Forse avete solo sbagliato il titolo. Speriamo che non abbiate sbagliato Associazione.

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